mercoledì 3 dicembre 2008

Acida commessa

Oggi il mio primo giorno come commesso in un negozio di vestiti, lavoretti del cavolo, giusto i quindici giorni di Natale, questi non ti fanno un contratto nemmeno se gli rapisci la famiglia e minacci di sterminarla.
Comunque è stato anche l'ultimo.
Tutta colpa di una tipa che viene da me e mi fa
“Vorrei quel vestito rosso fuoco che c'è in vetrina.”
La guardo dall'alto verso il basso e poi di nuovo dal basso verso l'alto e faccio una faccia tipo “ma ti sei vista?”
“Taglia?”
Chiedo
“Una 38?”
“Una 38?”
Faccio io scoppiando a ridere
“Sarebbe come cercare di far entrare una balena in un tubetto senza averla prima macinata!”
La mia collega strabuzza gli occhi e la cliente mi fa una piazzata che nemmeno le avessi dato del mostro di Lochness. Comunque è andata quasi peggio di quella volta che ho lavorato per una giornata in libreria. Si avvicina una tipa con un libro dall'improbabile titolo “Il brodo dell'anima!”
Io la guardo e dico: “Ma come si fa a leggere sta roba?” poi guardo quella vicino a lei che ha in mano The Secret e continuo: “Voglio dire, prenda la signora per esempio... non è patetico comprare un libro per cercare di dare un senso alla propria esistenza?”
Ma non si possono più fare due chiacchiere con i clienti?
A fine giornata, poi, dopo l'annuncio due tipi che non volevano smammare. Mi sono avvicinato e gli ho detto: “Esattamente cosa non avete capito della frase la libreria è in chiusura?”
Sti due si sono andati a lamentare con la direttrice e lei mi fa: “Devi essere gentile con i clienti.”
Gentile io? Ma, tesoro, per chi mi hai preso per Madre Teresa di Calcutta.
Io a queste commesse proprio non le capisco.
M.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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