mercoledì 21 gennaio 2009

La solitudine delle criptochecche prime! ( e seconde... e terze... e così via)

Vado a casa di G. e noto il libro di Paolo Giordano sul tavolino di vetro della cucina, gli chiedo se lo ha letto e che cosa ne pensa. Lui mi guarda come se fossi impazzito.
“Tesoro sono anni che non leggo un libro.”
E io stupito:
“Ma scusa allora perché lo hai comprato?”
e Lui:
“Scherzi? È il libro del momento ce l'hanno tutti!”
Non gli risponso e comincio a leggere il libro, lo leggo in tre ore e mi viene voglia di bruciarlo.
Ma dico io, come diavolo può avere un successo del genere un libretto di così basso livello?
Mi ricordo le foto del buon Giordano mentre ingollava “grappa bocchino” durante il ritiro del premio Strega.
Che paese meraviglioso l'Italia, uno dei pochi luoghi al mondo in cui meno hai talento più hai successo.
I primi due capitoli sono da manuale (sì da manuale di scuola Holden... visti i prezzi che hanno se poi non ti pubblicano c'è da querelarli!): bambino sfigato che si vergogna della sorella ritardata, la perde in un parco e diventa autolesionista; bambina sfigata che odia sciare, si fa tutto nelle mutande, si rompe una gamba e questo segna la sua vita.
Il resto è di un banale, noioso e incredibilmente inutile che mi veniva voglia di urlare. Per non parlare del personaggio gay del libro, uno stereotipo dopo l'altro.
Alla fine odi tutti i personaggi.
La cosa bella è che si è detto che questo libro ha avuto successo grazie al passa parola.
Come no!
Non c'è stato un critico letterario (dico uno) che non abbia recensito positivamente (ma va... la cosa mi puzza di brutto!) questo libro, nelle maggiori città c'erano cartelloni e vetrine a non finire.
Insomma Mondadori sa fare bene il suo mestiere.
Alla fine G. mi ha guardato e mi ha chiesto
“Allora com'è?”
Io l'ho guardato e ho sorriso:
“Buono da usare in bagno se hai finito la carta igienica!”
M.

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