domenica 23 novembre 2008

In principio era il gay

Ok, ok pensate pure quello che volete di me.
Sì sono il solito gay: amico delle donne, fashion sino al midollo, D&G dipendente, cool, divertente, pazzo, simpatico!
Ma per piacere, ma chi ci crede?
In realtà il mio unico scopo nella vita è poter mettere più crocette possibili nella mia agenda: Uomini da scopare.
È un'agendina tutta rosa piena zeppa di nomi.
Ce l'ho dall'età di ventisei anni, l'età in cui ho deciso di gettare ai rovi la mia verginità per spassarmela di brutto.
Sino a quell'età sono stato una sorta di Madonna immacolata, un eroe asessuato che la negava a tutti.
A dire il vero ho scoperto la mia forza quando ho capito che ero in grado di provocare un'erezione in un uomo.
Il cielo salvi le erezioni, sono l'unica cosa veramente buona del genere maschile.
Tutto il resto, diciamocelo, non serve a granché.
Comunque.
Avevo dieci anni e una sera, a casa del mio vicino di casa che ne aveva quattordici (eravamo soli), mentre guardavamo un film dell'orrore mi sono reso conto che D. era più interessato a me che al film.
Ne ho avuto la certezza quando si è calato i pantaloni.
Io ho cominciato a ridere come un pazzo, non so cosa si aspettasse lui ma ha dovuto fare da solo.
Continuo a scoppiare a ridere anche oggi, ogni volta che lo incontro con il figlioletto in braccio. Lui mi ha tolto il saluto da anni.
Io questi etero proprio non li capisco.
In ogni caso da quel giorno ho deciso che il mio scopo sarebbe stato quello di provocare erezioni.
Dovevo solo decidere se poi utilizzarle per il mio piacere oppure negarmi dandomi un orgasmo mentale.
Ho scelto per la mente, almeno all'inizio.
Poi però è arrivaro M2. e ho capito che potevo concedermi anche altro.
Ma questa è una storia che voglio raccontarvi nel prossimo post.
Di me dicono che sono altezzoso, si insomma, che me la tiro.
Ed è vero, me la tiro alla grande.
Del resto nella vita bisognerà pur concedersi qualche soddisfazione.
Io mi vedo un po' come un incrocio fra l'algida Nicole Kidman, la pasticciona Bridget Jones e la severa Bree Van de Kamp.
Uno splendore insomma.
Il mio armadio parla per me, basta aprirlo per perdere il senno.
Vivo da solo e come non potrei in una città come Bologna? Qui si fa sesso tutte le sere. E anche la mattina. E anche il pomeriggio.
Be' si insomma quando ne vale la pena almeno.
Anche se mi rendo conto che le volte che ne vale la pena sono davvero poche.
C'è in giro di quella gente...
Comunque è la mia agendina che sceglie per me.
Funziona così, io vedo un tipo in giro, magari nei locali gay, mi informo su di lui che è inconsapevole di essere già caduto nella mia tela di ragna e, piano piano, con uno stratagemma ormai consolidato che forse un giorno vi rivelerò, arrivo a lui.
Quel che succede è presto detto.
Avete mai sentito parlare delle vedove nere?
Per carità io non uccido.
Il sangue è difficilissimo da lavare.
La vittima però ha dieci minuti di tempo, dopo l'orgasmo, per togliersi dai piedi.
I maschi mi annoiano.
Terribilmente.
È un mondo così particolare, così vario, così pieno di contraddizioni quello dei gay che io ci sguazzo nel mezzo come un pescecane capitato per caso nella vasca da bagno di qualche surfista.
Avrete tempo, carissimi, per odiarmi o per amarmi.
Io, ora, mi devo preparare per la serata.
M.

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