venerdì 1 gennaio 2010

Una serata indimenticabile

G. comincia a perseguitarmi con le sue telefonate sin dalle otto del 31 dicembre 2009. Comincia a dirmi: “Non vorrai mica fare come al solito la votata al martirio vero? È l'ultimo dell'anno, L. e T. sono a Roma, N. P. e S. sono andati a Berlino e io sono a casa senza un soldo e non ho intenzione di festeggiare l'ultimo dell'anno in camera mia a piangere sul latte versato. Dai stasera andiamo al red?”
Gli dico di no alle nove, poi alle dieci, poi alle undici. Alle cinque del pomeriggio mi strappa un forse e alle dieci di sera, esasperato, gli dico di si.
Chi è causa del suo mal non pianga se stesso, lo so. Se penso che potevo essere a Parigi, mannaggia a me. Comunque, mi metto i primi straccetti che trovo tanto che sembro un barbone gay (che si differenziano dai comuni barboni per gli stracci firmati D&G e l'eau de toilette particolarmente intensa ricavata da un estratto di rugiada mattutina) e seguo sta depressa cronica, appena entriamo, ovviamente, si fa di popper e scompare in dark così io mi maledico per aver deciso di accompagnarlo. Non ci poteva andare da solo, no? Che cazzo di bisogno aveva di me? Comunque ben presto mi rendo conto che in realtà si deve essere aperta qualche porta spazio temporale perché qui non sembra di essere in una discoteca bensì mi sembra di essere nella terra di mezzo, mi aspetto di vedere Tolkien da un momento all'altro. Ma hanno aperto le gabbie? Sono capitato per sbaglio nel reparto geriatria?
C'è un gruppetto di ottantenni vestiti come Britney Spears (e infatti, proprio come lei, non stanno in piedi), poi ci sono le strachecche con camice improponibili e l'attaccatura dei capelli che parte all'altezza delle orecchie, le superchecche ragazzine, le supermegachecche maschie e palestrate, le checche finite e quelle ubriache. Qualcuno con in dosso il pigiama, qualcuno solo con le mutande (che la dea delle dee ci salvi), qualcuno che si crede bello e se la tira pure, alla fine a salvarsi ci son solo le drag che almeno hanno capito che proprio non ne vale la pena di prendersi sul serio. Comunque.
Passo tutto il tempo a cercare di non entrare in contatto con i corpi sudati dei presenti e a scansare i fracichi e i drogati. Nel frattempo alle due se vuoi andare in bagno devi camminare sulle acque perché i cessi (parlo di quelli dei bagni non di quelli in sala) sono tutti otturati e, visto che la musica in sala è imbarazzante con tutto il repertorio vecchio come mio nonno (che probabilmente è nel gruppetto geriatria qui a ballare), io tiro su i miei stracci e smollo G. in dark.
Non vi dico i messaggi di buon anno che mi ha mandato ma scommetto che il prossimo anno non mi chiederà di accompagnarlo al red.
Velenosamente 2010
M.

1 commento:

MauroFur ha detto...

No...non ci posso credere....toh, finalmente qualcuno che ha da ridire e ridere su tutti e tutto...no veramente, se è pur vero, ti chiedo di bere un caffè insieme, sto morendo ancora dal ridere ahahahahaha :)