giovedì 21 gennaio 2010

Che noia che barba, che barba che noia!

Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Sembro il protagonista di Shining, potrei impazzire da un momento all'altro e cercare di fare a pezzetti qualche ultrachecca ultrafirmata.
Devo smetterla di frequentare locali a Bologna, sono diventati tutti di una noia mortale. Ma siete mai stati, per esempio, il mercoledì sera alla Salara? Ma santa Luis Veronica Ciccone, che fine hanno fatto le serate gay? Perché alla Salara di gay non ce n'è neppure più l'ombra, ci sono più gay a casapound che alla salara. Sul serio non riesco proprio a capire dove abbiamo sbagliato.
Eravamo così meravigliosamente contro, così glitterati, così checche, così amabilmente diversi e ci siamo lasciati fregare da qualche paraculo di potente dell'arcigay che voleva andare in parlamento? Dobbiamo essere uguali agli etero! Dobbiamo essere uguali agli etero!
Ma perché? PERCHE'?
Ora, finalmente, si toglie dalle palle anche questo invisibile Mancuso, ma secondo voi il prossimo sarà meglio? Esprimo i miei glitterati dubbi e comunque:
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
Che noia che barba, che barba che noia!
M.

domenica 3 gennaio 2010

I saldi, i SALDI!

Mi rendo improvvisamente conto di non avere più niente da mangiare in casa, così decido di andare al supermercato più vicino dimenticandomi due cosa. La prima è che è domenica, mannaggia a ste feste che m'hanno fatto perdere il senso delle cose. La seconda è che a Bologna sono iniziati i SALDI!
Mi avvio per le vie del centro prese d'assalto da ogni genere di fauna umana, donne e uomini di ogni età, ragazzi e ragazze tutt* impegnati a cercare di accaparrarsi qualcosa, parola d'ordine SPENDERE che basta con sta crisi e sta depressione che c'ha assillato con sto 2009. So' ancora in cassa integrazione? Embé che me frega? C'ho da spende che nun l'hai vista a pubblicità? Devo fa girà economia. Che'l dumilanove, che je pijasse un colpo, è finito sa? E i boni propositi pel dumiladieci so de spende a più nun posso.
Così, mentre cerco di sopravvivere alla massa spendereccia vengo spinto a forza dentro un negozio di biancheria intima e mi trovo faccia a faccia con una signora che sembra che si sia mangiata l'intera fabbrica di cioccolato. Mi guarda in cagnesco davanti ad un carrello stracolmo di mutandine e reggiseni e io, davvero, non ne posso fare a meno. Lei afferra una mutanda extralarge e io, subito, l'afferro a mia volta. Non mi serve a niente naturalmente ma l'istinto è l'istinto. Comincio a tirare, lei tira più forte, io ancora di più e la mutanda si sbrana in due che quasi la tipa finisce a gambe all'aria. Mi dileguo fra la gente mentre la signora guarda la commessa che, letteralmente, da di matto. Mi ritrovo vicino ad un gruppetto di ragazzine anoressiche vestite come in un cartone animato e tutto il tempo le sento parlare di pantaloni, capelli, grande fratello e new moon, intanto i loro coetanei maschi, con pantaloni sotto il culo, si aggirano per le vie facendo di tutto per farsi notare e usando un linguaggio che nemmeno un rapper userebbe. Del resto i loro genitori sono troppo impegnati a fare shopping per dar loro un'educazione. A metà strada mi viene in mente che il supermercato oggi è chiuso così prendo il telefono e chiamo mamma:
“Mammina.... stasera vi vengo a trovare!”
M.

venerdì 1 gennaio 2010

Una serata indimenticabile

G. comincia a perseguitarmi con le sue telefonate sin dalle otto del 31 dicembre 2009. Comincia a dirmi: “Non vorrai mica fare come al solito la votata al martirio vero? È l'ultimo dell'anno, L. e T. sono a Roma, N. P. e S. sono andati a Berlino e io sono a casa senza un soldo e non ho intenzione di festeggiare l'ultimo dell'anno in camera mia a piangere sul latte versato. Dai stasera andiamo al red?”
Gli dico di no alle nove, poi alle dieci, poi alle undici. Alle cinque del pomeriggio mi strappa un forse e alle dieci di sera, esasperato, gli dico di si.
Chi è causa del suo mal non pianga se stesso, lo so. Se penso che potevo essere a Parigi, mannaggia a me. Comunque, mi metto i primi straccetti che trovo tanto che sembro un barbone gay (che si differenziano dai comuni barboni per gli stracci firmati D&G e l'eau de toilette particolarmente intensa ricavata da un estratto di rugiada mattutina) e seguo sta depressa cronica, appena entriamo, ovviamente, si fa di popper e scompare in dark così io mi maledico per aver deciso di accompagnarlo. Non ci poteva andare da solo, no? Che cazzo di bisogno aveva di me? Comunque ben presto mi rendo conto che in realtà si deve essere aperta qualche porta spazio temporale perché qui non sembra di essere in una discoteca bensì mi sembra di essere nella terra di mezzo, mi aspetto di vedere Tolkien da un momento all'altro. Ma hanno aperto le gabbie? Sono capitato per sbaglio nel reparto geriatria?
C'è un gruppetto di ottantenni vestiti come Britney Spears (e infatti, proprio come lei, non stanno in piedi), poi ci sono le strachecche con camice improponibili e l'attaccatura dei capelli che parte all'altezza delle orecchie, le superchecche ragazzine, le supermegachecche maschie e palestrate, le checche finite e quelle ubriache. Qualcuno con in dosso il pigiama, qualcuno solo con le mutande (che la dea delle dee ci salvi), qualcuno che si crede bello e se la tira pure, alla fine a salvarsi ci son solo le drag che almeno hanno capito che proprio non ne vale la pena di prendersi sul serio. Comunque.
Passo tutto il tempo a cercare di non entrare in contatto con i corpi sudati dei presenti e a scansare i fracichi e i drogati. Nel frattempo alle due se vuoi andare in bagno devi camminare sulle acque perché i cessi (parlo di quelli dei bagni non di quelli in sala) sono tutti otturati e, visto che la musica in sala è imbarazzante con tutto il repertorio vecchio come mio nonno (che probabilmente è nel gruppetto geriatria qui a ballare), io tiro su i miei stracci e smollo G. in dark.
Non vi dico i messaggi di buon anno che mi ha mandato ma scommetto che il prossimo anno non mi chiederà di accompagnarlo al red.
Velenosamente 2010
M.